Pittore autodidatta e artista poliedrico, Diotalevi ama sperimentare nuovi materiali e supporti, che gli permettono di indagare le proprietà dei materiali stessi e il loro comportamento o, in altre parole, la loro reazione attraverso la manipolazione con segni, colori, resine e smalti.
Visionario, fantastico, magico, surreale, ma dotato di una sottile ironia che ci permette di non prendere troppo sul serio le tante figure mostruose nate dalla sua fervida immaginazione. Allo stesso tempo, Diotalevi si è dimostrato anche un artista votato all’introspezione, con un atteggiamento critico capace di cogliere le difficoltà e le incertezze dell’uomo all’interno della società contemporanea, che lo ha portato sempre più spesso all’isolamento.
Negli anni Ottanta Diotalevi ha sentito il bisogno di creare un proprio mondo, di isolarsi e di astrarsi dai problemi di una vita abituata alla banalità del quotidiano. In questo periodo, nei suoi dipinti cominciano ad apparire strani personaggi, esseri anormali e figure enigmatiche, sempre inseriti in paesaggi che creano situazioni surreali.
La maggior parte delle sue opere è costruita attraverso alcuni simboli che si ritrovano costantemente in molti pezzi. L’artista stesso spiega che: “In queste raffigurazioni ho utilizzato simboli che stilizzano con ironia ed enfasi la rappresentazione di significati antropologici e sociologici. La palma e il cipresso ricorrono spesso come rappresentazioni dell’Oriente e dell’Occidente, spesso uniti dalla casetta, simbolo e punto focale della famiglia. Il grande uccello arcaico rappresenta l’uomo e quindi me stesso. L’uccellino simboleggia la natura con tutta la sua fragilità, mentre il serpentello rappresenta sia la presenza del peccato che la vita stessa”.
In oltre cinquant’anni di carriera, Diotalevi ha sviluppato una delle attività artistiche più originali e, allo stesso tempo, meno conosciute in Italia.
A self-taught painter and multifaceted artist; Diotalevi loves to experiment with new materials and supports, which allow him to investigate the properties of the materials themselves and their behavior or, in other words, their reaction through manipulation with signs, colors, resins, and enamels.
Visionary, fantastic, magical, surreal, yet endowed with a subtle irony that allows us not to take the many monstrous figures born from his fervid imagination too seriously. At the same time, Diotalevi has also shown himself to be an artist devoted to introspection, with a critical attitude capable of capturing the difficulties and uncertainties of men within contemporary society, which has increasingly led him to isolation.
In the 1980s Diotalevi felt the need to create his own world, to isolate himself and abstract from the problems of a life accustomed to the banality of the everyday. During this period, strange characters, abnormal beings, and enigmatic figures began to appear in his paintings, always set against landscapes, creating surreal situations.
Most of his works are constructed through certain symbols that can be consistently found in many pieces. The artist himself explains: “In these depictions, I have used symbols that stylize with irony and emphasis the representation of anthropological and sociological meanings. The palm and the cypress frequently recur as representations of the East and the West, often united by the small house, a symbol and focal point of the family. The large archaic bird represents man and therefore myself. The small bird symbolizes nature with all its fragility, while the small snake represents both the presence of sin and life itself.”
During over fifty years of career, Diotalevi has developed one of the most original and, at the same time, least known artistic pursuits in Italy.